martedì 30 novembre 2010

Carte stellari e planetari

Esempio di schermata di un planetario

Le carte stellari sono dei veri atlanti del cielo, stampate su carta, dove sono riportati posizione e tipo di stella oppure oggetto celeste. Possono avere costi e caratteristiche diversi a secondo dell'utilizzo. Vi possono aiutare durante una osservazione sul campo. Da ricordare tra gli atlanti stellari su carta più usati sono:
Bright Star Atlas 2000: un atlante suddiviso in 10 mappe, dove sono rappresentate circa 9.000 stelle fino alla magnitudine 6.5 e comprende anche una selezione di 600 oggetti del profondo cielo fra i più conosciuti.
Sky Atlas 2000: un altro atlante suddiviso in 26 mappe e contetente circa 43.000 stelle fino alla magnitudine 8 e circa 2.500 oggetti del profondo cielo.
Millenium Star Atlas invece è un'opera monumentale, e per il suo prezzo quasi un atlante da collezione che uno da usare. Basato sulla sonda Hipparcos contiene più si 1.058.000 stelle catalogate fino a magnitudine 11.

Per familiarizzare con le costellazioni sono a disposizione in rete i file PDF di 12 carte stellari (6 per l'emisfero nord e 6 per l'emisfero sud) stampabili in alta risoluzione su formato A3. Potrete scaricarli collegandovi al sito del mio amico Franco (http://www.francorra.altervista.org) nella sezione "Carte Stellari". Troverete inoltre una breve presentazione scritta con alcuni utili consigli per come ottenere un buon risultato.

Mentre per quanto riguarda i planetari da usare con il computer, se ne possono trovare molti sempre in internet. Alcuni di questi sono anche scaricabili gratuitamente.
Vi posso consigliare di scaricare "Stellarium" (http://www.stellarium.org/it/). Molto semplice all'uso e certamente vi darà qualche soddisfazione. Dovrete impostare le coordinate del luogo dove vi trovate e impostare l'orario. Poi il resto lo farà il programma.

Buon divertimento.


martedì 23 novembre 2010

La temperatura delle stelle

Le classi spettrali delle stelle

Lo studio delle diverse luminosità e il diverso colore delle stelle ci fornisce interessanti informazioni: le stelle risplendono di luce propria e come il Sole sono sfere immense di gas, che bruciando a diverse temperature emettono radiazioni di diverso colore. Osservando gli spettri stellari questi furono classificati fra il 1880 e il 1890 con le lettere dell'alfabeto. Successive ricerche dimostrarono però che alcune classi dovevano essere spaccate e lo stesso ordine necessitava di qualche correzione.


Al giorno d'oggi la sequenza corretta delle classi stellari è la seguente: O, B, A, F, G, K, M. Per ricordarsi la sequenza alcuni imparano a memoria la frase in inglese "Oh Be A Fine Girl Kiss Me". Ogni classe poi sono state suddivise in 10 sottoclassi numerandole in questo modo: A0 A1 A2.... dove 0 indica la più calda della classe presa in esame fino a 9 che indica quella più fredda di quella classe. La temperatura è misurata in gradi Kelvin, ma per temperature così alte la scala è uguale a quella Celsius.

Classe O
stelle blu / temperatura 60.000 - 30.000 K / molto calde e luminose pari a un milione di volte quella del Sole
Classe B
stelle blu-bianche / temperatura 30.000 - 10.000 K / molto luminose ma meno calde delle precedenti
Classe A
stelle bianche / temperatura 10.000 - 7.500 K / sono la maggioranza di quelle visibili a occhio nudo
Classe F
stelle giallo-bianche / temperatura 7.500 - 6.000 K / più fredde delle precedenti
Classe G
stelle gialle / temperatura 6.000 - 5.000 K / come il nostro Sole
Classe K
stelle arancio / temperatura 5.000 - 3.500 K / leggermente più fredde del Sole. Possono essere giganti
Classi M
stelle rosse / temperatura < 3.500 K / sono le più numerose. Possiamo vedere a occhio nudo solo le giganti

Oggi possediamo informazioni sui colori, le classi spettrali e le temperature delle stelle e, per quelle che conosciamo la distanza, anche la magnitudine. Come possiamo organizzare tutte queste informazioni? Nel 1914 gli astronomi Russell e Hertzsprung hanno studiato un diagramma (Diagramma H-R) dove mettono in relazione la temperatura, la luminosità e la massa delle stelle. Per il momento non preoccupatevi di questo diagramma: avremo modo più avanti di capire come leggerlo.

martedì 16 novembre 2010

Le Magnitudini delle stelle

Carta stellare: grandezza stella diversa per magnitudine diversa
La suddivisione della luminosità delle stelle risale ancora dall'osservazione visuale degli antichi che li avevano divise in sei classi di grandezza: dalle più luminose (stelle di prima grandezza) alle più deboli (stelle di sesta grandezza).
 La scala delle magnitudini visuali risale appunto da questa sensazione luminosa percepita dal nostro occhio. La sola differenza sta nel fatto di aver determinato il rapporto che c'è fra una magnitudine ed un'altra:
1 magnitudine di differenza= luminosità maggiore / minore di 2,5 volte
Due magnitudini di differenza corrispondono perciò ad una differenza di luminosità pari a 2,5*2,5= 6,5, mentre cinque magnitudini di differenza equivalgono ad una luminosità 100 volte superiore.

Poiché una stella di magnitudine 1 è più luminosa di una con magnitudine 3, man mano che ci si avvicina a magnitudine 0 la luminosità aumenta. Per oggetti di luminosità superiore a quelli di magnitudine 0 si utilizzano numeri minori di zero (con segno negativo davanti al numero).

La stella più luminosa del cielo, Sirio, ha su questa scala una magnitudine negativa: -1.46. Venere, al suo massimo, ha una magnitudine di -4.5; la Luna piena -12.7, e il Sole -26.8.

Per scopi scientifici si fa riferimento alle magnitudini assolute, corrispondenti alle magnitudini visuali che la stella avrebbe se fosse posta alla distanza standard di 10 parsec (32.6 anni luce). Il nostro Sole su questa scala sarebbe come una stellina di 4 grandezza.


martedì 9 novembre 2010

L'inquinamento luminoso



Questo tipo di inquinamento costituisce ormai il principale nemico dell'astronomia e dell'osservazione anche amatoriale. E' provocato dall'illuminazione artificiale di strade, stadi, discoteche, parcheggi, industrie, corti e giardini, monumenti. In particolare poi la luce stessa che diffusa dalla polvere e dalla umidità in sospensione genera i noti aloni giallastri che sovrastano le nostre città.

Nei secoli scorsi le condizioni di questo inquinamento erano ben diverse: gli osservatori astronomici sorgevano all'interno di città: Galileo poteva tranquillamente osservare il cielo da Padova, Messier poteva catalogare tutti i suoi oggetti da Parigi, Halley poteva scoprire l'omonima cometa da Londra... 

Oggi invece, da una centro abitato anche in ottime condizioni metereologiche si può sperare di osservare nel cielo al massimo qualche decina di stelle: ciò significa che il limite della magnitudine stellare visibile è di circa 2.
In luoghi più riparati dalla luce diretta si può intravedere stelle di magnitudine 3, e far salire il numero delle stelle visibili a circa un centinaio. Per poter gustare la visione della Via Lattea bisogna sicuramente portarsi fuori città dove la magnitudine stellare limite del cielo è di 4,5.

In teoria l'occhio umano è capace di raggiungere in media la magnitudine 6 (può vedere all'incirca 6000 stelle), ma è raggiungibile solo in luoghi lontani da centri urbani e dal loro inquinamento luminoso e comunque con condizioni meteo ottime. In alcuni casi particolari e in alta montagna si può sperare di raggiungere la magnitudine 7, ma questo succede raramente.

martedì 2 novembre 2010

Le coordinate del cielo

Immaginiamo ora il cielo sopra di noi come una grande sfera celeste e le stelle tutte alla medesima distanza. Su questa sfera celeste l'asse di rotazione della Terra identifica i Poli celesti: Polo Nord celeste (Zenith, vicino alla stella Polare) e Polo Sud celeste (Nadir).
Questa sfera sembra ruotare intorno a questa asse. Anche su questa sfera celeste si può individuare ogni stella usando una rete di linee. In astronomia si usano, però, vari sitemi di coordinate: sistema Altazimutale; sistemi Equatoriali che possono essere fisso oppure mobile; sistema Eclitticale; sistema Galattico.


Prenderò in esame per il momento solamente il sistema Equatoriale mobile, lasciando a voi un eventuale approfondimento attraverso i link suggeriti.

Il Sistema Equatoriale mobile ha come primo riferimento l'Equatore celeste e come secondo riferimento il cerchio orario, cioè al cerchio passante per i due Poli e per il punto d'Ariete, uno dei due punti in cui la traiettoria dell'orbita terrestre intorno al Sole (Eclittica) s'interseca con l'Equatore celeste.
Quindi le coordinate sono:
l'Ascensione Retta che si misura in ore, minuti e secondi sull'Equatore  a partire dal punto d'Ariete (detto anche punto Gamma) in direzione opposta al moto della stella (cioè verso Est), con valori compresi fra 0 e 24;
la Declinazione che si misura sul cerchio orario passante per la stella a partire dall'Equatore celeste, misurata in gradi, primi e secondi con valori compresi fra 90° e -90°.
Con questo sistema di coordinate possiamo quindi trovare la posizione di qualsiasi oggetto o stella nel cielo.